Incontro-dibattito sulla pastorale “Siamo Comunità?” di Alberto Ablondi

Livorno  – “Siamo comunità?” è la riflessione proposta dall’associazione Alberto Ablondi, che un gruppo di amici sta organizzando e che si concretizzerà nell’incontro pubblico, che si terrà venerdì 30 settembre 2011, alle 21,15 nel salone “Filicchi” di piazza Lavagna, presso la Parrocchia Santa Seton. Si parlerà sulla lettera pastorale del vescovo Alberto Abbondi a trentacinque anni dalla sua pubblicazione. Introdurrà don Severino Dianich

teologo, cui seguiranno gli interventi di alcuni membri dell’associazione, che conobbero il vescovo, e poi il dibattito. Sarà distribuita la lettera pastorale “Siamo comunita?”, che tanta eco ha avuto nel  mondo laico e cattolico.   Sarà anche un momento, ricorda il gruppo promotore dell’associazione, per valutare  se iscriversi e far fronte insieme agli obiettivi che hanno fatto nascere l’iniziativa.

Sul significato dell’iniziativa pubblichiamo uno scritto da Luano Fattorini, storico personaggio del cattolicesimo livornese e membro dell’Associazione “Alberto Ablondi”.

“La lettera pastorale di  mons. Ablondi  “siamo comunità ?” della Quaresima del 1977 è un gioiello di ecclesiologia conciliare, di intelligenza della fede , di umiltà , di discernimento pastorale.

“Essa è assolutamente attuale e, anzi, oggi brilla ancora di più, per certi versi, per le sue acute osservazioni sulla chiesa e sulla comunità in generale.

“Sulla scìa  del Concilio, la lettera descrive la chiesa come comunità. Soprattutto si interroga e stimola ad interrogarsi sulle fondamenta della comunità, dello “stare insieme”, tra cristiani certo, ma col pensiero costante dello stare insieme tra persone umane, nella società e nel mondo. E il ragionamento che porta avanti parte dalla constatazione della esistenza della Trinità, della comunità trinitaria, che tutto crea e tutto sostanzialmente “informa”, anche per chi non crede. Ma il discorso si sviluppa soprattutto sui connotati, sul profilo di una autentica comunità, una comunità cioè che sia accogliente, aperta, vivificante e comunicante, una comunità che sappia scoprire le vocazioni di ognuno e sappia accompagnare l’”altro” sulla sua strada, che sappia annunciare la buona notizia all’uomo di oggi, quella portata da Cristo e destinata ad ogni persona e ad ogni comunità umana.

“Purtroppo – è l’analisi di Ablondi – la situazione delle comunità  manifesta anche la presenza di deficienze e pericoli, che incombono sempre, e che possono anche gravemente compromettere la natura stessa, e la “mission”, di una comunità : il legalismo, per esempio, o il trionfalismo, o il clericalismo, difetti che limiterebbero la piena espressività di una comunità cristiana, o la piatta uniformità che impedisce il prezioso pluralismo delle voci, delle idee, delle opzioni operative specifiche dei membri di qualunque comunità.

“Insomma un bel trattato sull’essere e sul dover essere comunità. Un trattato che ci aiuta a capire anche la situazione di oggi, nella chiesa livornese e nel “mondo”.

“Una comunità non “è” tra “uguali” (nel senso di identici). Non nasce “per” sé stessa. Non si fa “per legge”. I suo valore è molto più grande della somma dei singoli , è un “noi” che rispetta e valorizza i tanti  suoi “io”, verso l’”oltre” da me e da noi.

fonte:  http://www.costaovest.info/

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