Bergoglio – PACE

Formazione nella conocenza di se stessi
Progredire nella conoscenza di sé comporta una specifica pedagogia [..]

Condividere un processo
[..] Si tratta di entrare in un processo in cui la chiarificazione interiore di se stessi deve avvenire con sentimento e con desideri, guardando a un fine: per servire meglio. Ciò implica un quadro di riferimento processuale, una certa continuità [..]
non si tratta di un processo in sé concluso, ma teso al maggior servizio di Dio, un processo che fa camminare nella speranza.

Camminare in speranza

 

 

 


estratti dal volume
Jorge Mario Bergoglio – PACE
proposte per un’umanità migliore
corriere della sera  2014

Sretan put Sarajevo

5 aprile 2012 – L’opinione di… Renato Sacco – http://www.mosaicodipace.it/
A Sarajevo, sul ponte Vrbanja, c’è una targa con i nomi di due giovani ragazze, Suada e Olga, uccise 20 anni fa, durante una manifestazione pacifica a Sarajevo contro la guerra. Era l’inizio dell’assedio, aprile 1992. Il giorno è controverso (5 o 6) perché nella guerra, si sa, la verità non è mai così evidente. Sullo stesso ponte verrà ucciso, il 3 ottobre 1993, anche Gabriele Moreno Locatelli, volontario dei Beati Costruttori di pace. Continue reading

“Now the business is in thy hands,” said Bagheera to Mowgli. “We can do no more except fight.”

«Ormai la cosa è nelle tue mani», disse Bagheera a Mowgli. «Non possiamo far altro che batterci». In questo brano di racconto dal “libro della jungla” di Kipling, Akela e Bagheera hanno esaurito le loro opzioni di mediazione del conflitto. Il conflitto lo risolve Mowgli andandosene dal gruppo, visto che non era più gestibile la sua presenza in ambiente straniero. Continue reading

occorre riscoprire il “mestiere di adulti”

[..] la funzione dell’associazionismo potrebbe costituire un valido aiuto alla formazione etica e civica. In tal senso, agevolare le varie espressioni dell’aggregazione giovanile (di ispirazione religiosa, di impegno sociale, di dibattito culturale, di impronta educativa, ecc.) può produrre risultati importanti. Ciò a condizione che le aggregazioni non diventino segregazioni: il contatto con gli adulti è essenziale, purché sia entro un rapporto significativo.
Occorre allora riscoprire il “mestiere di adulti”, senza ritornare a modelli autoritari, ma non rinunciando neppure a essere punti di riferimento autorevoli.
Per conquistare tale autorevolezza occorre che la significatività dei rapporti con i giovani sia garantita anche da una corretta comunicazione con loro.  [..]  Il “mestiere di adulti” richiede anche una competenza “linguistica”, la capacità cioè di tradurre i linguaggi delle varie generazioni e delle varie istituzioni sociali in modo che le une e le altre possano reciprocamente intendersi.  (Paolo Montesperelli in “Idee sulla nonviolenza”  1998)